Ancora conservo in un cofanetto che le suore ci regalarono un foglietto ormai ingiallito dal tempo dell’anno 2006 con le parole di una canzone indiana che ci insegnavano la sera mentre tutte insieme facevamo i piatti…cosa significasse…noi del gruppo “Le schizzate” non lo sapevamo, ma il ritmo ci piaceva e la cantavamo con un’allegria contagiosa…quell’allegria che avevamo visto il giorno negli occhi dei bambini che avevamo incontrato nonostante le ultime piogge monsoniche ci avessero bagnato fin dentro le ossa…ma quelle note, quelle risate, quell’amore che ci pioveva addosso più del monsone risuonano ancora quando chiudo gli occhi e torno a quel meraviglioso viaggio…che ancora oggi chiamo dell’Anima…
ENDU PARAGNALU/ NIIENDE E DALLE VA-VE’…

Monica, volontaria nella campagna 2006


Tra i mille ricordi dell’India ancora riesco a sentire l’emozione di quando siamo arrivati al convento di Madaplathuruth e la bellezza del rito di accoglienza delle suore.
Sentirsi subito a “casa” in un posto così lontano e sconosciuto è stato inaspettato.
Le immagini un po’ si sfuocano, ma la pienezza di vita di quei momenti ha cambiato qualcosa in me in modo definitivo.

Antonella, volontaria nella campagna 2007


Grigio. Il volto di chi passava, il mare di spazzatura della discarica, la terra delle strade, la lamiera sulle catapecchie.
Un mare di persone intrappolate a Korogocho, slum tristemente famoso di Nairobi, senza apparente speranza di fuga.
Con Suor Silvia e Don Enzo, lungo quelle stradine, alla ricerca di un segno di umanità, che abbiamo trovato proprio in cima nella casa dei padri passionisti.

Andrea, volontario nella campagna 2008


Ogni giorno era uno scambio di emozioni, un viaggio che ti fa “crescere” ad ogni età.Ricordo l’incontro con Bibindas, un ragazzo disabile. Il suo sorriso era contagioso, ho avuto la sensazione di incontrare un vecchio amico. Ma è indimenticabile anche il momento delle visite alle famiglie: decine di bambini ci accoglievano giocando e ridendo e noi in cambio, davamo loro delle caramelle, che spesso finivano nelle mani di un solo bambino, che subito ridistribuiva agli altri più sfortunati.

Giordano, volontario nella campagna 2007


India è il colore abbagliante dei sari indiani portati con eleganza dalle donne indiane, colori così forti e intensi ai quali non siamo abituati. India è il profumo dell’incenso nei villaggi all’imbrunire, sono le tante luci che si accendono fuori dalle capanne, case al tramonto del sole.
India è il sorriso, l’abbraccio, la voglia di raccontarsi dei bambini e degli anziani incontrati nei villaggi. India è l’organizzazione frenetica delle giornate e il silenzio della notte interrotto dal suono di tamburi lontani e dal verso dei gechi che tengono compagnia durante le nottate. India è una fantastica spremuta di ananas e di mango. India è condividere ogni istante delle giornate. India è ritrovarsi intorno ad una mensa sconosciuti eppure fratelli.

Alessia, volontaria nella campagna 2006


Ricordo molto bene i preparativi prima della nostra partenza per Madaplathuruth, i nostri interrogativi, la voglia di assaporare nuove emozioni, le nostre titubanze e le certezze che erano nelle nostre mani.
Tanti pensieri affollavano la mia mente durante il viaggio che sembrava quasi interminabile, fino a quando atterri, ritiri la tua valigia, esci e con lo sguardo cerchi il furgoncino con su scritto San Francesco e nel frattempo sei carpito dagli odori, dai colori degli abiti di quelle persone, dal profumo delle spezie.
Il sole sta sorgendo, quell’aria già alle prime ore del mattino è afosa, ma carica di energia, da lì capisci che sei arrivato e che forse non sarai in grado di donare molto, forse nulla più di una semplice visita nelle famiglie o di un sorriso, ma che riceverai tanto ma così tanto che sarà difficile portare tutto con te al ritorno, meno male che queste emozioni non verranno racchiusi in una valigia, ma dentro al tuo cuore.

Patrizia, volontaria nella campagna 2011